Cosa sono le Comunità Energetiche, come funzionano e come parteciparvi,normative, chi può aderire, costi e incentivi.
Sentiamo spesso parlare di Comunità Energetiche, o Energy Community, ignorando però gran parte del loro funzionamento e dei benefici che possono portare al nostro pianeta e a tutti noi.
Fortunatamente, grazie allo sviluppo delle tecnologie produttive che rendono sempre più accessibile l’energia proveniente da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), anche le Comunità Energetiche si stanno diffondendo. Per questo motivo è necessario documentarsi a dovere e scoprire come funzionano, come partecipare, e tutte le informazioni utili che le riguardano.
Indice
Comunità Energetica: cos’è?
Chi può aderire?
Diventiamo produttori: prosumer e consumer
Come costituire e partecipare ad una Comunità Energetica?
Incentivi
Superbonus
Comunità Energetica: cos’è?
Si definisce Comunità Energetica un insieme di persone che producono e condividono energia rinnovabile e pulita.
Si tratta di una vera e propria associazione che decide di impegnarsi nella produzione di energia “verde”, e che ha come obiettivo quello di ridurre al massimo gli sprechi energetici, sia in termini di costi che di emissioni di CO2.
Concretamente parlando, una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) si occupa di:
- produzione;
- autoconsumo;
- condivisione;
dove il soggetto è sempre l’energia prodotta da fonti rinnovabili, e il destinatario di tale prodotto può essere chiunque, a prescindere dal reddito. Difatti la partecipazione alla comunità è sempre aperta e volontaria (art. 31 c1 lett. cd Decreto 199/2021), basata su criteri oggettivi e non discriminatori. Così facendo si mira a sostenere anche chi versa in condizioni di povertà energetica.
I membri di una CER dovranno possedere e fruire, o soltanto fruire, energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, e in tal modo coprire completamente, o almeno in buona parte, i propri consumi.
Chi può aderire?
Per far parte di questo disegno e contribuire attivamente potresti pensare di unirti ad una Comunità Energetica, poiché, come dicevo, la partecipazione è aperta a tutti e con condizioni economiche di ingresso obbligatoriamente non eccessive:
- persone fisiche e giuridiche / soggetti privati e pubblici, compresi i condomini;
- attività commerciali;
- piccole e medie imprese;
- enti territoriali;
- autorità locali;
- pubbliche amministrazioni;
- associazioni;
- enti di ricerca e formazione;
- enti religiosi.
L’unico vincolo riguarda le imprese private che intendono far diventare una CER la loro attività commerciale e/o industriale principale. L’autoconsumo collettivo non deve categoricamente avere scopo di lucro e portare profitti economici, quindi non può essere fonte di reddito per i soci (art. 31 c.1 lett. cDecreto 199/2021).
Diventiamo produttori: prosumer e consumer
Inizialmente, il gestore di una rete elettrica si occupava di fornire energia alle case attingendo da una fonte fisica centralizzata, e il tutto funzionava tramite trasmissioni cosiddette one-to-many (un unico impianto di produzione “one” la cui energia è condivisa tra più soggetti “to many”).
Al giorno d’oggi, si è passati invece a una rete digitale decentralizzata, con collegamenti one-to-one e many-to-many(più impianti di produzione “many” la cui energia è condivisa tra una moltitudine di membri “to many”. Questo nuovo sistema, grazie agli algoritmi dell’intelligenza artificiale, permette la partecipazione attiva di chiunque, e va a generare una rete di informazioni, la cosiddetta Smart Grid, che caratterizza le comunità smart (Smart Community).
A questo punto, ogni cittadino può connettersi alla rete ed essere prosumer o consumer, a seconda rispettivamente che sia in possesso di una fonte di energia rinnovabile, e quindi produca e condivida energia, oppure che sia solamente consumatore.
Questi impianti devono essere stati precedentemente connessi alla rete di cui sopra, ovvero alle centrali elettriche virtuali, anche dette cabine di trasformazione.
A gestire tutto il sistema, in concreto, è una piattaforma, Regalgrid, che si occupa di abilitare le comunità energetiche, e unire nella rete chi produce, chi accumula e chi consuma energia, tramite la suaDigital Energy Platform.
Si tratta perciò di un processo di decentralizzazione dell’energia, che costituisce un vero e proprio emblema di innovazione.
Le Comunità Energetiche vogliono rivoluzionare il mercato dell’energia riducendo i prezzi pagati dai consumatori e, di conseguenza, rendendo l’energia più accessibile anche per quella fascia di popolazione che versa in gravi difficoltà economiche.
Gli obiettivi e i vantaggi per cui merita far parte di una Comunità Energetica:
- benefici ambientali: producendo energia pulita si riducono notevolmente le emissioni di CO2. L’energia prodotta da un impianto fotovoltaico infatti, non genera emissioni dannose. Inoltre, essendo a chilometro 0, poiché gli impianti si trovano in prossimità dei consumatori, si evitano sprechi dovuti alle perdite durante la fase di distribuzione;
- benefici sociali: risolvere la questione della povertà energetica è senza dubbio il primo vantaggio dal punto di visto sociale che consegue la formazione di CER. Così facendo viene consolidato il concetto di condivisione e di responsabilità sociale.
Oltretutto questi sistemi promuovono un’economia circolare ridando nuova vita a terreni inutilizzati, come vedremo a breve, e incentivano e incoraggiano le produzioni locali. Difatti, le piccole e medie imprese possono trovare in un questo meccanismo un sostegno e la possibilità di essere rilanciate e svilupparsi ulteriormente;
- benefici economici: come primo punto non possiamo non citare evidenti e sostanziali risparmi sulla bolletta energetica derivanti dai cali dei consumi.
In seconda battuta, poichè le CER hanno diritto a una serie di incentivi statali (e cumulabili con altre forme di incentivazione), la comunità riceverà anche degli ausili:- una somma di danaro per ogni kW/h prodotto (art 5Decreto 199/2021);
- una somma per eventuali surplus di energia prodotta (che approfondiremo in seguito).
- benefici economici: come primo punto non possiamo non citare evidenti e sostanziali risparmi sulla bolletta energetica derivanti dai cali dei consumi.
Le realtà locali che si vanno a generare sono così completamente autosufficienti, e questo porta inevitabilmente all’indipendenza energetica del territorio, e, di conseguenza di un intero Paese, altro punto estremamente vantaggioso e degno di nota. Difatti, tale meccanismo, permette la creazione di un vero e proprio reddito energetico su cui fare affidamento.
Come costituire e partecipare ad una Comunità Energetica?
Tutto il meccanismo che abbiamo appena visto fa parte di un disegno voluto dalla Comunità Europea, la quale si impegna, tramite strategie a lungo termine, a combattere l’impatto che il settore energetico ha su di noi e sul nostro pianeta.
Costituire una energy community è davvero semplicissimo, basta un gruppo di persone che desideri promuovere l’energia rinnovabile. Una volta formato il gruppo sarà necessario “ufficializzarlo” costituendo una cooperativa o un’associazione non riconosciuta, e scegliendo un soggetto giuridico che rappresenti la comunità.
Il Decreto 199/2021, che costituisce la Normativa di riferimento e che approfondiremo in seguito, fornisce delle specifiche a proposito di tale soggetto giuridico. Il D.L. non impone quale forma giuridica adottare ma stabilisce che il soggetto debba essere:
- di tipo collettivo;
- eventualmente anche privo di personalità giuridica ma capace di essere titolare di situazioni giuridiche in modo autonomo.
Per quanto riguarda i singoli partecipanti è importante sottolineare che ogni affiliato possiede pari diritti, tra cui quello fondamentale di poter scegliere il proprio venditore di energia elettrica e di poter recedere in qualsiasi momento.
Ciascun membro, che sia prosumer o consumer, verrà collegato ai punti di connessione ubicati sulle reti elettriche di distribuzione esistenti e diventerà intestatario di un’utenza e di una bolletta energetica. Difatti, ognuno continuerà a pagare la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, mentre, allo stesso tempo, riceverà da parte della comunità un importo commisurato alla quantità di energia condivisa.
Ma come partecipare? È più semplice di quanto immagini.
Qualora volessi diventare prosumer dovresti innanzitutto munirti di un impianto fotovoltaico con accumulo (art 5 c. 4 lett. aDecreto 199/2021). Esso non deve essere obbligatoriamente di proprietà dell’intera Comunità, può essere messo a disposizione da terzi, da un singolo partecipante o da più membri della Comunità stessa.
Inoltre l’impianto può essere sia nuovo che esistente, ed eventualmente essere potenziato o adeguato, si escludono soltanto i sistemi ibridi.
Se si tratta di impianti realizzati prima del 15 dicembre 2021 (data dell’entrata in vigore del Decreto 199/2021) essi sono ammessi solo nei casi in cui non incidano sulla potenza complessiva della comunità per più del 30% (art. 31 c1 lett. dDecreto 199/2021).
Per quanto riguarda le caratteristiche dell’impianto possiamo aggiungere che esso:
- deve essere connesso alla rete elettrica attraverso la stessa cabina primaria comune a tutti gli iscritti alla comunità energetica (solitamente una cabina può coprire circa 3 o 4 comuni oppure 2 o 3 quartieri all’interno di una città);
- deve essere installato su un’area adeguata: generalmente a prestarsi maggiormente sono i terreni industriali in disuso, grazie alle loro dimensioni, collocazioni e destinazioni prescritte dalla normativa. È fondamentale però che si trovi in prossimità dei consumatori stessi.
Contatori e dispositivi di controllo
Per gestire poi lo scambio di energia e fruirne in prima persona c’è bisogno poi di un dispositivo di controllo. Questo dispositivo è fornito da Regalgrid e ha il nome di SNOCU (Smart Node Control Unit). Allo stesso modo anche chi partecipa come solo consumer deve munirsi di tale dispositivo e ciò sarà sufficiente per usufruire del servizio.
Regalgrid dota i membri delle CER anche di un altro dispositivo, lo smart meter, un contatore intelligente che rileva e registra le quantità di energia prodotta, quella ceduta e gli autoconsumi.
A proposito dei rapporti tra prosumer e consumer è necessario che questi siano regolati da un contratto di diritto privato, dal quale i consumer possono sottrarsi in qualsiasi momento e abbandonare così la comunità energetica.
Incentivi
Infine, una volta che la Comunità è stata formata e l’impianto è in esercizio, si può procedere con la richiesta per ottenere gli incentivi.
La richiesta deve essere presentata al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), l’azienda pubblica che in Italia promuove l’energia rinnovabile, e che riconoscerà gli incentivi esclusivamente per l’energia condivisa all’interno della Comunità.
Inoltre, qualora talvolta la produzione sia superiore rispetto al consumo effettivo, il GSE stabilisce che tale surplus venga reimmesso nella rete, e che alla Comunità venga riconosciuto il valore economico di quella quantità di energia in termini di incentivi.
In alternativa a questa opzione, nel caso di energia in eccesso, la Comunità può decidere di immagazzinarla tramite adeguati sistemi di accumulo, solitamente batterie agli ioni di litio. Così facendo tale energia potrà essere utilizzata nei momenti in cui le FER non sono utilizzabili, ad esempio di notte quando i pannelli solari non lavorano.
Iscrizione CER
Per iscriversi invece ad una Comunità Energetica già formata occorre presentare una richiesta scritta al soggetto giuridico, all’interno della quale bisogna indicare:
- le proprie attività e la titolarità di un punto di prelievo di energia elettrica, qualora si faccia domanda come solo consumatore;
- quanto visto al primo punto e la titolarità di un impianto fotovoltaico qualora si voglia partecipare anche alla produzione.
Non solo fotovoltaico
È necessario fare infine una piccola precisazione a proposito degli impianti: la normativa di riferimento non impone in alcun modo la tipologia di energia alternativa da sfruttare (eolico..), ma la scelta dei pannelli fotovoltaici costituisce la soluzione più vantaggiosa e più accessibile dal punto di vista economico. Per questa ragione parliamo sempre di fotovoltaico.
Superbonus
Secondo lasupercircolare n. 23/E/2022, il Superbonus spetta anche alle “comunità energetiche rinnovabili” costituite in forma di enti non commerciali o da parte di condomìni che aderiscono alle “configurazioni”, limitatamente alle spese sostenute per impianti a fonte rinnovabile gestiti dai predetti soggetti."
Difficoltà nella diffusione
Come unici punti a sfavore delle CER possiamo annoverare:
- lunghi tempi di autorizzazione;
- iter burocratici complessi;
- costi elevati di acquisto e installazione degli impianti. Tali spese verranno sicuramente recuperate tramite i vantaggi economici che abbiamo appena visto, ma non si può garantire che questo avvenga in poco tempo.
Tuttavia ci auguriamo che questi aspetti possano mutare e risolversi con la diffusione delle Comunità Energetiche.
Differenza tra Autoconsumo Collettivo e CER
Dobbiamo fare infine una distinzione tra Comunità Energetica e Autoconsumo Collettivo, poiché spesso si pensa che siano due organizzazioni equivalenti.
Esse condividono lo stesso obiettivo ma operano per raggiungerlo in due modi diversi.
Il funzionamento delle CER lo abbiamo chiarito, e analogamente, anche l’Autoconsumo Collettivo si basa sulla produzione di energia rinnovabile tramite impianti fotovoltaici.
Le comunità però, possono raggruppare un intero quartiere, purché i membri attingano dalla stessa cabina di trasformazione, mentre per l’autoconsumo, i soggetti partecipanti devono condividere lo stesso edificio dotato dell’impianto, e l’energia prodotta non può essere condivisa al di fuori.
Ad esempio questa soluzione riguarda condomini, aziende o edifici pubblici.
Normative e decreti in Europa
A dettare le linee guida per tutto ciò che abbiamo visto fino ad ora ci pensa la Direttiva Europea n.2001 dell’11/12/2018, chiamata anche RED II, (Renewable Energy Directive Recast) e divenuta legge nel 2021.
Il Decreto, n.199, è entrato in vigore il 15/12/2021 e racchiude tutte le definizioni necessarie e le norme riguardanti la sostenibilità energetica: strumenti, meccanismi, caratteristiche degli impianti, incentivi, indicazioni finanziarie, giuridiche, istituzionali, e, soprattutto, stabilisce i diritti degli auto-consumatori.
Si tratta di un D.L. che desidera promuovere le rinnovabili e insiste sulla diffusione delle Energy Community, uno dei mezzi più efficienti per ottenere un mercato di energia equo e verde, insistendo affinchè una coesione sociale ed un’economia circolare e sostenibile diventino i paradigmi degli Stati dell’UE.
Insiste poi sulla semplificazione dei procedimenti amministrativi necessari per la messa in atto di tali sistemi, poiché spesso, gli iter burocratici, condizionano negativamente la formazione delle comunità.
Al suo interno vi sono anche tutte le informazioni utili sulla scelta e installazione dell’impianto, e qualora rimanesse qualcosa di dubbio si può ricorrere al Decreto Legge 17 del 01/03/2022, poi modificato nella Legge 34/2022, contenente “Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali”, normativa di riferimento per i pannelli fotovoltaici.
La Commissione Europea ha emesso anche un piano che racchiude una serie di indicazioni utili per costruire in Europa le infrastrutture necessarie. Con l’aumentare dei mezzi si potrà mettere in atto questo macro disegno più agilmente e raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti nelle direttive. Sto parlando del piano REPowerEU, che ha come punti fondamentali:
- risparmiare energia e sensibilizzare cittadini e imprese affinché diano il loro contributo;
- diversificare l’approvvigionamento energetico dell’Unione Europea;
- produrre energia pulita tramite le FER, quindi stimolare anche gli investimenti nel settore e permettere ai trasporti e alle industrie di sostituire i combustibili fossili.
L’Europa, tramite questi regolamenti, si pone come obiettivo che gli Stati membri, entro il 2030, siano in grado di produrre una quantità di energia da fonti rinnovabili pari al 32% del consumo finale lordo, che quella prodotta e ri-distruibuita nel settore dei trasporti equivalga almeno ad un 14% di tale consumo e che il 20% dell’energia prodotta nelle città provenga dalle CER.
Normativa in Italia
La Direttiva Europea n.2001 è stata recepita in Italia tramite il Decreto Milleproroghe 162/2019, convertito poi in Legge il 24/02/2023 (legge n.14), che all’articolo 42bis si esprime a proposito delle Comunità Energetiche, abbracciando quanto previsto dalla Comunità Europea.
Immaginando una diffusione delle CER nel nostro paese fino ad arrivare a un numero di 500mila comunità, si ipotizza di poter ridurre le emissioni di CO2 di 3,6 milione di tonnellate. Questa stima oltretutto prevede un risparmio economico di 2 miliardi all’anno per i membri delle CER, al netto dell’investimento tecnologico iniziale.
Tuttavia siamo ancora molto indietro in questo percorso, e in Italia abbiamo solamente 35 Comunità Energetiche operative, 24 in costruzione e 41 in progetto.
Sicuramente la principale causa di tale ritardo nello sviluppo è dettato dalla troppo recente entrata in vigore di un regolamento normativo, perciò la costituzione di comunità è altrettanto recente e non ancora abbastanza diffusa.
Ma senza dubbio, anche la poca conoscenza dell’argomento grava notevolmente, insieme ai costi elevati di realizzazione degli impianti. Difatti le statistiche riportano dati allarmanti: solo il 13% dei cittadini e il 32% delle imprese risultano ben informate.
Infine, anche le lungaggini dal punto di vista burocratico non aiutano a migliorare le situazione, ma si questo si sta occupando la Delibera di Arera (727/2022/R/EEL) che intende semplificare l’iter.
ARERA(Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) è un'autorità amministrativa indipendente della Repubblica Italiana che regola i settori dell'energia, del gas e dell'acqua, e con una serie di delibere ad hoc supporta e coordina anche il funzionamento delle Comunità energetiche.
Con la delibera 727/2022/R/EEL ARERA ha approvato un testo a sostegno della battaglia per la sostenibilità, il Testo Integrato sull’Autoconsumo Diffuso (TIAD), che, come anticipavo, si occupa di fare chiarezza sulle norme vigenti e cercare di accelerare i processi burocratici.
Il TIAD ha poi integrato anche la delibera 318/2020/R/EEL, quella che si occupa di fornire, e ricordare, la definizione di Comunità Energetica Rinnovabile:
“un soggetto giuridico che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, è autonomo ed è effettivamente controllato da azionisti o membri situati nelle vicinanze degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che appartengono e sono sviluppati dal soggetto giuridico.”
Tale integrazione è stata utile sostanzialmente per definire in modo più chiaro i perimetri geografici riguardanti le aree di condivisione e di connessione.
Al contrario dell’Italia, all’interno dell’Unione Europea, altri paesi come Spagna, Grecia, Francia, Germania riportano buoni dati di crescita e sviluppo delle CER, già da tempo diffuse e consolidate. Questa condizione è stata facilmente raggiungibile grazie a una serie di fattori di estrema importanza:
- presenza di finanziamenti e incentivi;
- normative aggiornate;
- sensibilizzazione dei cittadini.
Sicuramente questi 3 aspetti sono fondamentali e possono essere risolutivi per colmare il gap che contraddistingue l’argomento. Come abbiamo visto la strada di questa transizione verde è lunga e faticosa, con ancora troppi nodi da sciogliere, ma dobbiamo essere fiduciosi e soprattutto impegnarci in prima persona.
Le Comunità Energetiche e le Fonti Energetiche Rinnovabili sono tra gli strumenti più utili per affrontare la crisi climatica e la povertà energetica, dobbiamo perciò cercare di farle entrare a far parte delle nostre vite, lo dobbiamo a noi e al nostro pianeta.
Spero che l'articolo ti sia stato utile, a presto, Marianna Minio.
FAQs
Quali sono gli incentivi per le comunità energetiche? ›
Complessivamente la quota di energia condivisa è soggetta ad un incentivo di 119€/MWh per le comunità energetiche e di 109€/MWh per l'autoconsumo collettivo.
Cosa sono le comunità energetiche e come funzionano? ›Una Comunità Energetica (o Energy Community) è un insieme di persone che condividono energia rinnovabile e pulita, in uno scambio tra pari. Le comunità energetiche rappresentano quindi un modello innovativo per la produzione, la distribuzione e il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Cosa si intende per comunità energetica? ›Una comunità energetica consiste in un'associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l'obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale.
Chi finanzia le comunità energetiche? ›Per l'energia condivisa alla comunità sarà corrisposto dal GSE un importo pari a circa tre volte il valore dell'energia venduta all'ingrosso. La comunità potrà poi condividere fra i membri tali ricavi. La ripartizione di tali ricavi è individuata dallo statuto di ogni comunità energetica.
Cosa sono gli incentivi GSE? ›Il GSE assegna ed eroga contributi finanziari a imprese, enti pubblici e privati cittadini, attraverso la gestione dei principali meccanismi di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica.
Quanto costa aderire ad una comunità energetica? ›100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo collettivo; 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili.
Come si gestisce una comunità energetica? ›Nella comunità energetica soggetti che partecipano devono produrre energia de stinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili. Per condi videre l'energia prodotta, gli utenti possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti e utilizzare forme di autoconsumo virtuale.
Come funziona la cer? ›Le CER, o Comunità Energetiche Rinnovabili, sono delle associazioni tra liberi cittadini, pubblica amministrazione, piccole e medie imprese, privati, enti pubblici territoriali e attività commerciali che fondano il proprio sviluppo sull'obiettivo di produrre, consumare e scambiare energia rinnovabile a livello locale.
Quali sono i principali attori di una comunità energetica rinnovabile? ›Oltre agli attori individuati dalle norme – membri, produttore dell'energia elettrica e Soggetto Responsabile nei rapporti con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) – la comunità energetica coinvolge altri soggetti tra cui finanziatori, promotori della comunità e advisor tecnici, legali e fiscali.
Quante sono le comunità energetiche? ›Nel nostro Paese esistono a oggi 35 Comunità energetiche già operative (tra cui il Consorzio Pinerolo Energia in Piemonte, “Energia Agricola a km 0” in Veneto, la Comunità di Solisca in Lombardia o la più celebre Comunità di San Giovanni a Teduccio, a Napoli), 41 in progetto e 24 che stanno muovendo i primi passi verso ...
Come funziona la comunità energetica in condominio? ›
Come funzionano le comunità energetiche in condominio
Le comunità energetiche condominiali sono caratterizzate dal fatto che tutti i partecipanti e gli impianti di produzione di energia rinnovabile si trovano nello stesso edificio o nelle aree di pertinenza del condominio.
La nascita di una comunità energetica prevede l'aggregazione di un certo numero di prosumers disposti a condividere impianti di produzione di energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile.
Cos'è l'energia condivisa? ›L'energia condivisa è pari al minimo, in ciascun periodo orario, tra l'energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti a fonti rinnovabili e l'energia elettrica prelevata dall'insieme dei clienti finali associati.
Quali sono le comunita energetiche in Italia? ›- Magliano Alpi, comunità energetica rinnovabile dal 2020. ...
- La comunità energetica condominiale a Pinerolo, in Piemonte. ...
- Il progetto GECO di ENEA in Emilia Romagna. ...
- Energia Agricola a km0 nel Veneto. ...
- Solisca, la comunità energetica appena inaugurata nel lodigiano.
Le prime comunità energetiche in Europa sono nate nel corso degli anni Settanta sotto forma di cooperative di cittadini per la promozione delle energie rinnovabili, dapprima in Danimarca con l'installazione di alcuni impianti eolici, poi anche in Germania e in Belgio nel decennio successivo.
Quanti anni dura il contributo GSE? ›Il GSE riconosce al produttore un incentivo per l'energia prodotta (indipendentemente dal suo utilizzo e se venga immessa in rete o no) per venti anni. L'incentivo riconosciuto varia in base al tipo di impianto e alla sua grandezza.
Quanto ti rimborsa il GSE? ›A quanto ammonta il rimborso che ricevo dal GSE? L'ammontare dello scambio sul posto viene calcolato attraverso la “quota di conto scambio”, che ammonta a circa 0,12 €/kWh per la parte di energia immessa che equivale all'ammontare dei consumi. La parte eccedente di energia viene invece quotata circa 0,06 €/kWh.
Come paga gli incentivi il GSE? ›L'importo della tariffa incentivante varia a seconda della potenza dell'impianto e il pagamento avviene, per ogni singolo anno, tramite: acconti periodici costanti. conguaglio annuale.
Quanto si guadagna producendo energia elettrica? ›In termini monetari, il dato è di circa 50-60 € per kW. In alcune zone d'Italia, come le regioni del sud, la cifra può anche salire a circa 100€, a seconda evidentemente delle ore di sole disponibili; Per un impianto fotovoltaico da 3 kW, il risparmio annuo può arrivare sui € 300.
Come funziona l autoconsumo a distanza? ›Come funziona l'autoconsumo a distanza di energia
L'energia viene prodotta con un impianto fotovoltaico dislocato in un certo punto. Da qui avviene poi il dispacciamento verso altre sedi con il punto di autoconsumo posizionato a una certa distanza.
In che modo gli incentivi vengono assegnati nelle comunità energetiche rinnovabili? ›
Gli incentivi possono essere cumulati con i contributi in conto capitale nella misura massima del 40 per cento. Mentre le tariffe incentivanti non si applicano all'energia elettrica condivisa sottesa alla quota di potenza di impianti fotovoltaici che ha accesso al superbonus.
Come si costruisce una cer? ›Per avviare una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è necessario costituire un soggetto giuridico senza fini di lucro, che nel suo statuto abbia la finalità principale di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera.
Come entrare in una cer? ›Per entrare a fare parte di una CER è necessario innanzitutto essere tra i soggetti ammissibili previsti dalla legge ed essere titolari di almeno un punto di connessione con la rete, ovvero essere un consumatore o un produttore di energia.
Quali sono le buone pratiche che consentono di ridurre i consumi energetici? ›Quando è acceso il riscaldamento tieni le finestre chiuse. Se hai il camino chiudi la serranda di tiraggio quando è spento. Risparmia nell'illuminazione. Utilizzare delle lampadine a basso consumo (come quelle a LED) è il primo passo per risparmiare sulle bollette della luce.
Quali sono i codice CER a specchio? ›Un esempio di codice CER a specchio è il 150202* (che identifica assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose) e 150203 (che identifica assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi dal quelli di cui alla voce 150202).
Quanti codici CER esistono? ›- 20 classi;
- 111 sottoclassi;
- 839 rifiuti, di cui 405 pericolosi e 434 non pericolosi.
La classificazione dei rifiuti è effettuata dal produttore assegnando ad essi il competente codice CER prima che il rifiuto sia allontanato dal luogo di produzione. La procedura deve essere sempre applicata con molta attenzione, rispettando la sequenza operativa prevista.
Qual è la più importante fonte di energia rinnovabile? ›Energia idroelettrica: rimarrà la più grande fonte di energia rinnovabile anche nel 2023, provvedendo fino al 53% del fabbisogno energetico dell'Italia. Energia da biomasse: viene ipotizzato una crescita molto importante, tale da soddisfare fino al 32% del fabbisogno energetico totale mondiale.
Qual è l'energia rinnovabile più utilizzata? ›Più di un terzo dell'energia elettrica prodotta arriva da fonti green: l'idroelettrico domina da sempre, seguono il solare fotovoltaico, le bioenergie, l'eolico e il geotermico.
Qual è l'energia rinnovabile più diffusa? ›Energia solare
L'energia solare rappresenta la fonte rinnovabile più nota, diffusa ed efficiente in Italia. Permette di produrre elettricità partendo dai raggi solari e, per trasformare l'energia da solare in elettrica, si serve di impianti fotovoltaici o solari.
Che differenza c'è tra le classi energetiche? ›
Si va dalla lettera A+++ (consumi minimi) fino alla lettera G (consumi massimi). Sulle etichette è previsto anche un sistema di colori che va dal verde scuro, per gli apparecchi di massima efficienza (classe energetica A), fino al rosso per quelli che consumano maggiormente (G).
Come si classificano le classi energetiche? ›Per differenziare le classi energetiche vengono usati degli indicatori (A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G) che vanno da A4, che indica la classe energetica più performante a G, la meno performante. Questa scala classifica i consumi in ordine crescente.
Che cosa differenzia le comunità energetiche rinnovabili dalle comunità di autoconsumo collettivo? ›Nello specifico, qualora si abbia un singolo edificio con una molteplicità di utenze (es. condominio) si parla di autoconsumo collettivo, mentre nel caso di insieme di utenti di diverso tipo (non energetici) si parla di comunità.
Quanta energia consuma un condominio? ›Dovete considerare che un condominio di 40-60 anni fa consuma tra 200 e 300 kwh/m² anno , mentre un condominio di 20 anni consuma anche la metà di questo valore, mentre una casa ad alta efficienza energetica può consumare tra 20 e 30 kwh/m² anno. Pensate, il 90% in meno!
Come migliorare Classe energetica appartamento in condominio? ›- Migliorare l'isolamento termico della casa. ...
- Sostituire con impianti più performanti. ...
- Nuovo impianto di riscaldamento e raffrescamento. ...
- Sistemi VMC per il ricircolo dell'aria e il recupero di calore. ...
- Impianti di domotica residenziale.
- impianti solari fotovoltaici, per la produzione di energia elettrica;
- impianti solari termici, per i consumi di acqua calda;
- impianti geotermici, utili per generare calore dal sottosuolo;
- impianti microeolici, che consentono di produrre energia elettrica dal vento.
Oltre Enel Energia, Eni Gas e Luce, Iren, A2A, Acea, Edison, Agsm e Hera Comm (fornitori storici nel panorama italiano energetico), esistono tante altre società elettriche decisamente più giovani, ma altrettanto valide e con ottime recensioni da parte dei clienti che l'hanno provate.
Come raggiungere l'indipendenza energetica? ›L'unica soluzione che vi permette di raggiungere un'indipendenza energetica individuale è installare un impianto fotovoltaico. La misurazione e il monitoraggio dei nostri consumi ci è molto d'aiuto per definire la soluzione più adatta alle nostre esigenze anche in termini di dimensionamento dell'impianto.
Quante sono le comunità energetiche in Europa? ›Nei paesi Ue si contano 9252 comunità energetiche, per quanto possiamo notare grandi disparità fra i paesi membri: più della metà di queste comunità si trova in Germania, che conta ben 4848 comunità energetiche, con gli altri stati dell'Unione che seguono fino ad arrivare a paesi come Bulgaria, Malta, Romania e ...
Quanta energia serve per una famiglia? ›Per una famiglia che conta quattro componenti e che utilizza due TV, due computer, un frigo, una lavastoviglie, una lavatrice, due condizionatori e uno scaldabagno elettrico, il consumo annuo si aggira intorno a 2.700 kWh.
Come si accumula l'energia? ›
I principali sistemi di accumulo dell'energia elettrica sono di tipo chimico (idrogeno), elettrochimico (batterie), elettrico (supercapacitori) e meccanico (volani, aria compressa o bacini idroelettrici).
Come ricaricare le energie? ›...
Recuperare energia fisica e mentale
- Bisogna andare a letto presto.
- Svegliarsi a orari regolari.
- Assicurarsi che la propria camera sia al buio.
- Spegnere gli schermi prima di addormentarsi.
Una comunità energetica consiste in un'associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l'obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale.
Chi può fare una comunità energetica? ›Per fondare una comunità energetica, si parte dalla creazione di un soggetto giuridico (quale un'associazione, una cooperativa, ecc…) che rappresenti i futuri soci della comunità (persone fisiche, piccole o medie imprese, enti territoriali, amministrazioni pubbliche locali).
Quanto costa fare una comunità energetica? ›100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo collettivo; 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili.
Cosa massimizza il rendimento economico di una comunità energetica? ›Le smart grid consentono di massimizzare il rendimento economico delle comunità energetiche, ad esempio aiutando ad ottimizzare l'autoconsumo di energia prodotta da fonti rinnovabili, contribuendo a migliorare l'efficientamento energetico e minimizzando gli sprechi energetici.
Come costruire una comunità energetica o un gruppo di autoconsumo collettivo? ›Per poter costituire uno schema di Autoconsumo Collettivo o una Comunità di Energia Rinnovabile ai sensi della Legge 8/2020 è necessario che: gli impianti di produzione, da fonti rinnovabili, siano entrati in esercizio dopo il 1° marzo 2020 e abbiano complessivamente una potenza non superiore ai 200 kW.
In che modo gli incentivi vengono assegnati nelle Comunità Energetiche rinnovabili? ›Gli incentivi possono essere cumulati con i contributi in conto capitale nella misura massima del 40 per cento. Mentre le tariffe incentivanti non si applicano all'energia elettrica condivisa sottesa alla quota di potenza di impianti fotovoltaici che ha accesso al superbonus.
Quanto paga il GSE la corrente? ›Quanto paga il GSE a kw nel 2023? Tutta l'energia immessa in rete dall'impianto fotovoltaico e ri-prelevata, viene pagata dal GSE con una tariffa variabile, ma mediamente di circa 0,16 € a kWh. Attualmente, in regime di scambio sul posto paga circa 10 c€/kWh.
Come usufruire degli incentivi per il risparmio energetico? ›Condizione indispensabile per fruire della detrazione è che gli interventi siano eseguiti su unità immobiliari e su edifici (o su parti di edifici) esistenti, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali (per l'attività d'impresa o professionale).
Quali sono gli incentivi all utilizzo delle fonti rinnovabili? ›
Chi sceglie i sistemi fotovoltaici può ottenere importanti detrazioni – fino al 50% della spesa sostenuta – tramite il bonus ristrutturazioni, con tetto massimo di spesa fissato per legge a 96.000 euro. Requisito indifferibile il limite temporale: i lavori si devono concludere entro il 31 dicembre 2024.
Come si calcolano gli incentivi GSE? ›- Per calcolare l'ammontare dell'incentivo erogato con il conto termico GSE possiamo rifarci a semplici equazioni matematiche. ...
- Incentivo conto termico = 3,35 x ln(Pn) x hr x Ci x Ce.
- Non vi spaventate! ...
- “Ce” per stufe a pellet e termocamini a pellet. ...
- “Ce” per stufe a legna e termocamini a legna.
Per fondare una comunità energetica, si parte dalla creazione di un soggetto giuridico (quale un'associazione, una cooperativa, ecc…) che rappresenti i futuri soci della comunità (persone fisiche, piccole o medie imprese, enti territoriali, amministrazioni pubbliche locali).
Quando paga il GSE l'energia immessa in rete 2023? ›pagamenti GSE acconto primo semestre: giugno (15° giorno lavorativo) pagamenti GSE acconto secondo semestre: novembre (15° giorno lavorativo) pagamenti GSE conguaglio: giugno successivo (15° giorno lavorativo)
Come faccio a sapere se ho eccedenze GSE? ›Sul portale GSE è possibile anche trovare e scaricare la certificazione della liquidazione eccedenze. È sufficiente accedere all'”Area Clienti“ con le proprie credenziali GSE, selezionare “Servizi GSE” e cliccare su “Accedi” nel box di "Scambio sul Posto”.
Chi può accedere al GSE? ›CHI PUÒ ACCEDERE AL MECCANISMO? Possono accedere agli incentivi tutti i soggetti privati che sostengono l'investimento, direttamente o attraverso un finanziamento, per la realizzazione di un intervento di efficienza energetica che produce un risparmio significativo di energia.
Quanto costa 1 kW di energia elettrica Enel? ›Confronta le migliori offerte!
Ecco il costo medio dell'energia elettrica al chilowattora (kWh) delle nuove tariffe proposte da Enel Energia nel mercato libero per Maggio 2023. Oggi 24 Maggio 2023, il costo di un kWh Enel è di PUN + 0,077 €/kWh scegliendo l'offerta Flex luce con tariffa monoraria.
Un impianto fotovoltaico da 100 kWp installato ad esempio su un'azienda nel nord Italia con consumi di energia elettrica equivalenti ad una spesa di circa 2.800 € al mese, può generare risparmi fino a 27.000 € all'anno (con l'attuale prezzo medio annuo di energia elettrica).
Quanto si guadagna con un impianto fotovoltaico da 6 kW? ›Quanto produce e quanto mi rende un impianto fotovoltaico da 6 kW? Un fotovoltaico da 6 kW ogni anno può produrre fino a 9000 kWh e renderti come detto fino a 2000,00 € all'anno. Probabilmente questo è il massimo che si possa ottenere in Italia.
Quali sono i bonus del 2023? ›Nel 2023, si potrà ancora usufruire del Bonus ristrutturazione (50%) e dell'Ecobonus (65%). Tra i Bonus edilizi, troviamo anche il Bonus mobili, al quale si potrà accedere, se si usufruisce del Bonus ristrutturazione e che permette una spesa fino a 10mila euro.
Come funziona il bonus tetto 2023? ›
Detrazione. La detrazione è pari al 50% della spesa, con un limite di 96 mila euro, sino al 31 dicembre 2024. Dal 1° gennaio 2025 la percentuale scenderà al 36% con un tetto di 48 mila euro.
Come funzionano gli incentivi per la casa? ›Il bonus, anche detto Sismabonus, consiste in una detrazione IRPEF o IRES applicata alle spese dei lavori eseguiti su abitazioni di singoli (valide anche le seconde case) o di parti condominiali, così come su immobili impiegati per attività produttive collocati in determinate zone sismiche.